Allarme Cgia su licenziamenti, Baldassarri: ''Ricucire gap fra ipergarantiti e giovani'&

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view post Posted on 29/10/2011, 18:43

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"Secondo una nostra stima - afferma Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - il tasso di disoccupazione nel Paese sarebbe potuto salire all'11,1%, anziché all'8,2% attuale, con quasi 738 mila senza lavoro in più rispetto a quelli conteggiati oggi dall'Istat". Lo scenario delineato, tengono a precisare dalla Cgia, è un puro esercizio teorico ottenuto ipotizzando di applicare le disposizioni previste dal provvedimento sui licenziamenti per motivi economici a quanto avvenuto dal 2009 ad oggi.
In buona sostanza, nella simulazione degli artigiani mestrini, è stato calcolato il numero dei lavoratori dipendenti che tra l'inizio di gennaio del 2009 e il luglio di quest'anno si sono trovati in Cig a zero ore. Vale a dire i lavoratori che per ragioni economiche sono stati costretti ad utilizzare questo ammortizzatore sociale del quale, con il nuovo provvedimento, potranno disporre probabilmente solo a licenziamento avvenuto. Pertanto, se fosse stata applicabile questa misura segnalata nei giorni scorsi dal nostro governo all'Ue, negli ultimi due anni e mezzo, questi lavoratori, che hanno usufruito della Cig, si sarebbero trovati, trascorso il periodo di 'cassa', fuori dal mercato del lavoro.
Secondo la stima della Cgia "sommando le Ula (Unità di lavoro standard) che hanno utilizzato la Cig a zero ore nel 2009 (299.570 persone), nel 2010 (309.557) e nei primi sette mesi di quest'anno (128.574), otteniamo 737.700 potenziali espulsi dal mercato del lavoro che in questi ultimi 2 anni e mezzo avrebbero fatto salire il tasso di disoccupazione relativo al 2011, all'11,1%".
"Sia chiaro la nostra è una semplice simulazione e come tale va interpretata. Sottolineo che non tiene conto del fatto che abbiamo conteggiato solo coloro che sono ricorsi alla Cig, mentre, chiaramente, non abbiamo potuto dimensionare quanti lavoratori avrebbero potuto potenzialmente aver perso il posto di lavoro senza avvalersi di nessun ammortizzatore sociale" prosegue Bertolussi, ricordando però che il governo ha annunciato anche misure per incentivare la trasformazione dei contratti di apprendistato in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, per agevolare l'ingresso nel mercato del lavoro delle donne e per utilizzare il credito di imposta per il Sud. "Interventi che dovrebbero facilitare l'ingresso, in particolar modo, dei giovani nel mondo del lavoro" afferma.
"Comunque - conclude Bortolussi - il problema rimane: se questa crisi economica durerà ancora, c'è il forte pericolo che coloro che prima erano coperti da un ammortizzatore sociale, con questa misura, di fatto, non l'avranno più e ne potranno usufruire, eventualmente, solo dopo il licenziamento''.
Ma per il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali "l'ipotesi del centro studi della Cgia di Mestre, guidato dal candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione Veneto, è destituita di ogni fondamento".
"Ciò che l'Unione europea chiede all'Italia - afferma il ministero - è una combinazione di maggiore flessibilità nella risoluzione del rapporti lavoro e di maggiore protezione del lavoratore. Tutte le ipotesi di adempimento di questa richiesta sono quindi rivolte a consolidare il sistema di ammortizzatori sociali, a partire da tutte quelle situazioni nelle quali può essere conservato il posto di lavoro attraverso la cassa integrazione e gli accordi collettivi che è intenzione del governo ancor più incoraggiare".
"Ovunque possibile la conservazione del posto di lavoro, anche nel caso di caduta della produzione, deve rimanere obiettivo primario, come è stato, in Italia e in Germania, in questi tre anni" sottolinea ancora il ministero del Lavoro. "Ciò di cui si discute - conclude - è la regolazione della risoluzione del rapporto di lavoro per motivi economici, in modo da incoraggiare la propensione a assumere perché l'obiettivo, ovviamente, è fare più occupazione, soprattutto giovanile. Tutte le simulazioni relative alla maggiore flessibilità in uscita che a livello internazionale sono state realizzate danno infatti più occupazione".
Mario Baldassarri, senatore del Fli ed economista, afferma all'Adnkronos: "Il problema non è il licenziamento facile. Il problema è come ricucire la spaccatura nel mercato del lavoro tra gli ipergarantiti ultracinquantenni ed i giovani che oggi sono al freddo e al gelo". "Si tratta quindi di inserire- spiega - un meccanismo di ammortizzatori sociali e che le regole valgano per tutti".
Baldassarri, quindi, sottolinea che la vera risposta politica alle sollecitazioni dell'Europa "avviene con decreti leggi, atti parlamentari, non con letterine di buoni intenti come quelle che si spediscono a Babbo Natale". E questo, aggiunge ancora, perché "i mercati non aspettano le lettere d'intenti, i mercati semplicemente non comprano più i nostri Titoli di stato e la Bce non può farci da balia ancora per troppo tempo. Quindi la 'lettera a Babbo Natale' rischia di non farci arrivare a Natale".
Per l'economista Stefano Zamagni, tra principali collaboratori di Papa Benedetto XVI per la stesura del testo dell'Enciclica Caritas in veritate, più che licenziare ''bisogna motivare i lavoratori per aumentare la produttività e poi fare innovazione. Solo così - spiega all'Adnkronos - si diventerà competitivi sui mercati internazionali''.
L'economista Paolo Legrenzi, docente di psicologia cognitiva all'IUAV di Venezia, nota: ''Siamo riusciti nella realizzazione dell'infelicità massima del lavoratore. Infatti, da una parte con l'introduzione del licenziamento di coloro che hanno un posto fisso, abbiamo creato una persona psicologicamente insicura e dall'altra, c'è una categoria di giovani che ha vissuto nel sogno di un posto di lavoro fisso e che ora non ci spera più''.
''Licenziamenti? Mi pare difficile che si riescano a realizzare - dice da parte sua l'economista Fiorella Kostoris, ordinario all'Università la Sapienza di Roma -. C'è molta opposizone a questo provvedimento anche nella maggioranza''. ''Penso che se il provvedimento avesse qualche possibilità di passare potrebbe rappresentare un passo in direzione della 'flexi-security', in cui le imprese si devono poter liberare del personale in eccesso, - conclude la Kostoris - ma il disoccupato dopo un periodo di formazione, deve poter essere reimpiegato oppure deve poter accedere a cig e ammortizzatori sociali estensibili''.
Il segretario della Flc Cgil, Domenico Pantaleo, sottolinea: "Il governo ci prova da anni prima con l'articolo 8 poi con la cancellazione dell'articolo 18, ma noi ci opporremo fino ad arrivare ad uno sciopero generale se il governo andrà avanti su questa strada".

 
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