A volte vogliamo salvarci da soli «e crediamo di farcela», basando per esempio le nostre sicurezze sui soldi e pensiamo: «sono sicuro ho dei soldi, tutto si può fare, non c'é problema». Papa Francesco ha fotografato così la situazione di quanti cadono nella tentazione di confidare sulla ricchezza. Altre volte - ha proseguito nell'omelia della messa celebrata questa mattina alla Domus Santa Marta - «pensiamo di salvarci con la vanità, con l'orgoglio di crederci potenti. Anche quello non va». «Mascheriamo - ha osservato - la nostra povertà, i nostri peccati con la vanità, l'orgoglio, ma anche quello finisce».
Il nostro Dio è un papà
Il Dio cristiano è padre, «meglio, è un papà, il nostro Dio è un papà», ha detto il Papa suscitando l'applauso della piazza, gremita di fedeli per il tradizionale appuntamento del mercoledì. Un appuntamento particolarmente festoso, anche perchè, provocando l'entusiasmo dei latinoamericani presenti, il Papa ha per la prima volta parlato estesamente in spagnolo. Rivolto a un nutrito gruppo di latinoamericani, inoltre, ha salutato la sua squadra del cuore dei tempi in cui era cardinale, il Club Atletico San Lorenzo de Almagro, di cui aveva anche la tessera. Dal Papa anche un appello per i terremotati iraniani e per una «soluzione positiva» per l'Idi. Dio, ha aggiunto, «ci perdona, ci abbraccia, ci ama anche quando sbagliamo, e già nell'Antico testamento Isaia scriveva che se anche una madre si dimenticasse del figlio, Dio non si dimentica mai di noi, in nessun momento».
Avere il coraggio della fede
Ha denunciato anche la «tentazione di mettere Dio da parte per mettere al centro noi stessi», spiegando che l'esperienza del peccato «ferisce la nostra vita cristiana e il nostro essere figli». «Dobbiamo avere coraggio della fede - ha detto - e non cedere alla mentalità che ci dice che Dio non serve».
Rimette il ciuccio a un bimbo
Papa Francesco nel suo giro in papamobile ha anche aiutato un piccolo di pochi mesi a recuperare il ciuccio che aveva perso. Poi ha salutato fedeli e malati al termine della udienza. A una signora incinta che gli chiedeva «Bless my baby», papa Francesco ha benedetto il pancione. Da un bimbo ha accettato in dono un disegno. Papa Bergoglio ha dedicato la catechesi di oggi a una spiegazione della fede nella resurrezione, a partire dalla prima lettera di Pietro, con riferimenti anche alla lettera di Paolo ai Romani.
Nell'amministrare la giustizia serve equità e imparzialità
«Amministrare la giustizia é uno dei più insigni compiti che l'uomo può esercitare«, sebbene «non é facile e spesso non mancano le difficoltà, i rischi e le tentazioni«. Lo ha scritto Papa Francesco in una lettera inviata al presidente della Corte suprema di Giustizia argentina, Ricardo Lorenzetti. «Tuttavia, non ci si può perdere d'animo. È molto utile - scrive Jorge Mario Bergoglio nella lettera pubblicata dalla Agencia de Noticias edel Poder Judicial, il Centro de informacion judicial - avere sempre presenti i bei ideali di equità, imparzialità e visioni nobili che hanno caratterizzato i grandi giudici che sono passati alla storia per la rettitudine della loro coscienza, i sostanziosi valori che li distinguevano e la irreprensibilità con la quale hanno svolto il loro servizio al popolo». Tutto questo, prosegue, «va unito alla continua ricerca di dare in ogni momento a ognuno quel che gli é dovuto. Si tratta di rispettare l'ordine, sconfiggere il male, tutelare la verità. Coloro che si dedicano ad ciò devono essere dotati di virtù umane, in particolare grandezza di spirito, prudenza, saggezza, integrità e forza».
Essere cristiani non si riduce a seguire i comandi
«Essere cristiani non si riduce a seguire dei comandi, ma è lasciare che Cristo prenda possesso della nostra vita e la trasformi'», ha scritto Papa Francesco su Twitter. In un altro tweet, il Pontefice ha osservato: «se noi ci comportiamo come figli di Dio, sentendoci amati da Lui, la nostra vita sara' nuova, piena di serenità e di gioia».
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